[ Pobierz całość w formacie PDF ]
vermiglio, e parimente gli Egizi i Medi i Persiani se li
fabbricavano ciascuna gente in sembianza simile alla
sua. La qual cosa detta da Senofane di queste poche na-
zioni barbare, noi la possiamo nello stesso modo affer-
mare di cento altre sconosciute agli antichi: tanto natu-
rale e universale e indelebile il costume d immaginarsi in
figura somigliante alla propria quelle cose che sapendo
o credendo o fingendo che vivano, altra vita non ce ne
possiamo ideare fuorch la propria. Che se le bestie, alle
quali non sappiamo attribuire affetto o pensiero o senti-
mento altro che umano, tuttavia non ci pare incredibile
che vivano, come fanno, sotto altra forma, questo nasce
primieramente che la forma loro s assomiglia alla nostra
quanto conviene essendo il genere loro e il nostro uno
75
Letteratura italiana Einaudi
Giacomo Leopardi - Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica
solo; poi che l inverisimile vinto dal vero, e l uso impe-
disce la maraviglia. Ma tanta la forza del verisimile,
che noi siamo pi propensi a creder vivo qualunque og-
getto inanimato s accosta alla figura ordinaria degli ani-
mali, che non qualunque animale se ne scosta notabil-
mente, salvo se questo non volgare in modo che la
stranezza della forma non faccia caso per cagione della
consuetudine. Ora poniamo che il poeta abbia avvivato
oggetti privi di senso, lasciando loro n pi n meno la
forma naturale: o questi oggetti staranno sempre immo-
bili e inoperosi, e al poeta baster di dire che vivono e
amano e odiano e sperano e temono e cose tali; o doven-
do dar segni di vita, e operare, e dimostrare colle cose di
fuori le cose di dentro, saprei volentieri che moti che at-
ti che operazioni, in somma che vita esterna attribuir
loro il poeta; e quali effetti far l intrinseco, il quale co-
me ho detto non pu essere altro che umano, nell estrin-
seco il quale sar tutt altro; e parimente in che modo le
cose esterne opereranno in questi oggetti che non hanno
organi come noi n come gli altri animali. Vediamo in
che maniera abbia proceduto il Byron, da certi versi del
quale il Cavaliere prende occasione d esporre questa
sentenza che abbiamo per le mani; e i versi son questi,
riportati dal Cavaliere secondo la traduzione del Rossi:
Che l sul colle e in seno al praticello
dell usignuol discopri la signora,
quella per cui l innamorato augello
fa la sua risonar voce canora;
e del suo vago al canto un verginale
rossor la donna de bei fior colora.
Lontana l dal verno occidentale,
da freddi venti, da gelata brina,
e blandita da Zefiro vitale
la dei giardin, dell usignuol regina
il profumo che a lei natura diede
76
Letteratura italiana Einaudi
Giacomo Leopardi - Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica
ne suoi calici accoglie, e s lo affina
che in pi soave incenso al ciel poi riede.
Oh quanta i suoi sospir spargon fragranza!
Ci vuole un tedesco a pronunziare quest ultimo verso:
ma badiamo al fatto nostro. Quando il poeta ha finto
che la rosa innamorata si tinga in presenza dell amante
di rossore verginale, e sospiri, che altro ha fatto se non
trasformata la rosa in persona umana? Chi s immagina
un sospiro non s immagina anche una bocca? e se una
bocca, non anche un volto? e se un volto, non anche una
persona? Onde la rosa, volere o non volere, e nella fan-
tasia del poeta e nella fantasia de lettori una donna. Se
non che l immagine languida e incerta perch quelle
due finzioni del poeta, essendo troppo comuni e legge-
re, non bastano a suscitare nella fantasia pi che tanto,
come se un pittore mostra solamente i capelli o altra tal
parte di una figura. E gi, non destando verun immagi-
ne, il che senza fallo piacevolissimo, e convenientissi-
mo alla poesia, facilmente s impedisce che il lettore non
si figuri nessun vestigio di forma umana. Il fatto sta che
o sorge nella fantasia de lettori l immagine di una don-
na, o la rosa resta una rosa qual , n amante n amata
n viva n altro che un fior vero e semplice: e se molte o
tutte le finzioni del poeta moderno riuscissero a un esito
come questo, chi pu dire il guadagno che ci farebbe la
poesia nostra? Ed ecco la maniera onde il Breme ha di-
mostrato la vanit poetica della mitologia.
Qui potrei discorrere della foggia d imitare tenuta dai
romantici, e considerandola rispetto al fine della poesia
ch il diletto, rammemorare ch esso diletto quando sca-
[ Pobierz całość w formacie PDF ]